Gentile signora invidia.
#possibiliscenari
Qualche mese fa ho partecipato a un laboratorio del “Circolo di Scrittura Terapia”. Mi in cui mi è stato proposto di scrivere (in venti minuti!) una lettera a un’emozione estratta per me dalla sorte, perché nella vita le emozioni arrivano e non si scelgono. E allora…una pugnalata di invidia e così sia.
Come rappresentare l’invidia, pur nella mia disperante incapacità di disegnare? Proiezione, sproporzione, assenza di colore. “Gentile” “signora”. Invidia.
Gentile signora invidia,
mi rivolgo a lei con una certa distanza, consapevole della sua capacità di dividere e della sua sottigliezza nell’insinuarsi nelle pieghe più profonde dell’animo umano. Da dove nasce quel suo acuminato punzecchiare le corde scoperte delle persone? In quale tormentato abisso di noi sa proiettare le capacità di un altro, la bellezza di un altro, la luce di un altro? A quale senso di sproporzione nel rapporto con gli altri si aggrappa per allontanarci, per dividerci?
Signora invidia, lei si nutre di insoddisfazione e alimenta insoddisfazione. Ci fa sentire schiacciati da un altro di cui vorremmo tutto, tutto quello che noi sentiamo di non avere abbastanza.
Signora invidia, lei altro non è che proiezione, proiezione dell’altro su di sé e di sé sull’altro. E allora, mi permetta di dire, lei non ha ragione di continuare a essere e ad alimentarsi. Ognuno è sé e non proiezione di altri.
Dove sia stato l’ingresso, non saprei. Ma…prego, quella è l’uscita.
Qual è secondo voi il mittente della mia lettera? E in generale, con quale emozione ci rivolgiamo all’invidia?



Interessante, stimolante... ma non riesco a pensarla (l'invidia) motore di un qualche cosa di buono (non di moralmente buono, ma di buono in assoluto).
Ma, e se fosse esattamente il contrario, ovvero, che prima di essere 'noi', prima di essere soggetti, noi fossimo formidabili e portentose macchine invidiose? (in senso oggettivo, non necessariamente negativo), Ad esempio, R. Girard, 'Shakespeare, The theater of Envy', gli studi di A. Gehlen, le recenti scoperte relative ai neuroni specchio,,, grandi filoni di pensiero letterario e scientifico tutte concordi non solo nel ritenere l'invidia una vera pietra angolare dell'essere uomo, ma anche nel proporre un riposizionamento meno 'manicheo' dell'invidia nel pensiero e nella cultura occidentale,