S.P.Q.R. - day 2
#QuantoèbellopasseggiarconMary #Roma
A Roma i calici di vino corrono veloci. E non solo perché si susseguono uno via l'altro in amicizie che si ritrovano un anno dopo in gran semplicità. Ma perché se prendi un piano inclinato (tavolo) e ben distanziato, una vicina distratta, un calice pieno e apparentemente senza attrito, un mio "Occhio, occhio, occhiooooo!!!" e una vicina dai riflessi improvvisamente felini, ogni legge della fisica può essere sovvertita e ogni calice salvato in extremis, anche a costo di una doccia alcolica in barba ad ogni metro di distanza. Galileo, spostati.
A Roma ad ogni angolo ti imbatti in qualcosa di importante. La banca d'Italia, per esempio. Dove ti immagini un brulicare di attività, un fervore di economia, un pulsare di possibilità. Un deserto dei Tartari. Che faccio, chiedo un prestito o lascio un'offerta? Meglio astenersi.
A Roma, si sa, le strade non sono car friendly, ci sono le buche, il traffico, bla bla. Meglio girare a piedi. Google Maps è d'accordo e ti segnala diligentemente un percorso teoricamente perfetto. Ma Google Maps è un teorico. Non sa che asfaltare per coprire le buche ha cancellato le strisce pedonali. E soprattutto non sa che non c'è MAI un marciapiede. La vita è salva. Ma tra 100 talleri pensati e 100 talleri reali... Kantiano.
Nelle catacombe di San Callisto ci sono 15 gradi, estate o inverno che sia. Una gran goduria! Il compagno di turismo ha già pronta la strategia: "È che non prende il cellulare...niente smart working!". Stakanovista.
Il centurione mi chiede se voglio fare una foto. (Ma non dovrebbe essere il contrario?) Ma che, sei una ballerina?? No...cioè...sì...va be', ciao. Intuitivo.
A Roma mi si scarica il cellulare. Che in fondo ci sto pure un po' prendendo gusto, perché altrimenti chi mai ci sarebbe andato in Via Frangipane?? Forse però è arrivato il momento di un power bank. La tecnologia è sottovalutata.
E poi...a Roma c'è via Claudia. A via Claudia arrivi un po' per caso, mentre cerchi la via che il navigatore ti dà come giusta. Non è quella giusta, è un po' in salita, eppure ha alberi che ti fanno respirare. Costeggia mura alte di protezione, antiche, strutturate, oltre le quali si intuisce che c'è un giardino. In via Claudia ci sono i cassonetti della spazzatura, a ricordarti che le cose brutte ci sono, ma se ti fermi a considerarle hanno il loro senso e il loro ordine. C'è anche il cantiere della metro nuova, perché ferma non sai stare. Via Claudia si apre a un tratto in un parco giochi per bambini, davanti a cui è parcheggiato un camper, in un singolare sogno di passato e di futuro. Lambisce infine l'ospedale dei Britannici, in cui si dà e si chiede aiuto, per poi riflettersi in un mosaico dorato di Cristo, a cui la via tende, da cui si fa vegliare. E in un attimo è già Via della Navicella, che, sia essa quella dell'ingegno dantesco, l'Apollo 11 dell'allunaggio o l'Apollo 13 dello "Houston, abbiamo un problema", comunque mi sembra un vitale fluttuare in una zona vezzeggiativa.
Via Claudia la capisci meglio al ritorno, quando ti accorgi che là, in fondo, da dove ti stavi allontanando c'era il Colosseo.
E allora su la mascherina...io ssso Rrrrromeeeo er mejo der Colosseo! Disneyana.


