Sense and Sensibility
#tralerighediognigiorno
Ragione e Sentimento, dicono anni di romantiche traduzioni di Jane Austen — ed è subito ottocenteschi ombrellini parasole, amori osteggiati dalle convenzioni sociali e pomeriggi a cucire alla finestra guardando l’uggiosa campagna inglese.
Sensazione e Sensatezza, replico io. Tradurre è tradire — e allora addio a ombrellini, amori e campagne. Penso invece all’eterno dualismo tra corpo e anima, che da sempre ha accompagnato il pensiero dell’uomo. Il nostro mondo contemporaneo, secolarizzato e invaso dalle pratiche orientali, pur avendo sostanzialmente rinnegato l’anima, ha il merito di ricercare un rapporto tra mente e corpo. Viviamo da anni vite accelerate, dove la normalità è schizzare qua e là, tra un obiettivo lavorativo e il successivo, tra un obiettivo di allenamento e il successivo, tra un treno per arrivare in aeroporto e un aereo per arrivare a una coincidenza. Il corpo ce lo siamo portato dietro come un accessorio, al limite un accessorio da sfoggiare o da gestire con un (ben studiato a tavolino) piano alimentare, ma pur sempre un corpo da dirigere con la mente. Abbiamo studiato l’anatomia, la fisiologia e le patologie, riserviamo alla medicina un sentimento di fiducia, di scetticismo, di rancore, talvolta di negazione, esattamente come a una divinità. Eppure, personalmente, ci ritroviamo con una consapevolezza molto ridotta delle reazioni che il corpo ha agli impulsi mentali e delle reazioni che la mente ha agli impulsi fisici. Abbiamo scoperto che del nostro corpo sappiamo tutto, ma non sentiamo niente. Davanti a questo paradosso, il mondo contemporaneo ha avuto il merito di provare a fermarsi. Tuttavia, nella ricerca di un punto di incontro tra mente e corpo, cercando di sentirci qualcosa ha cercato, in verità, di capirci qualcosa, ancora con la mente: ed ecco il successo della mindfullness, ed ecco che meditiamo per accorgerci di avere un corpo e cercare di cogliere con la mente - e talvolta controllare - quello che il corpo sta facendo. Uno sforzo di usare la nostra sensatezza per afferrare la nostra sensazione.
Dal mio punto di vista qualunque tentativo di trovare una comunione tra mente e corpo (e anima, perché no) è pregevole e fecondo. Siamo fatti di tutte queste parti, non separate e non unite, in dialogo, in evoluzione, in tensione continua tra equilibri instabili. Per questo la relazione con il corpo è qualcosa di estremamente affascinante. Lo è la danza quando è commistione tra movimento, emozione, espressione di un concetto, racconto di una storia. Pur convinta che non esista quindi nessun dualismo, più ci rifletto e più mi accorgo che il corpo racchiude in sé un mistero che alla nostra coscienza rimane inafferrabile. Come faccio a sapere quanto ci vorrà perché una ferita si rimargini? Più o meno una settimana? Sì, ma sette giorni o otto? Perché la mia ferita ci mette sette giorni e la tua, del tutto simile, dieci? Quando tutto è pronto perché parta il travaglio, che cosa cambia un istante prima o un istante dopo? Ci sono donne che per anni inspiegabilmente non rimangono incinte finché poi d’un tratto, a parità di condizioni, un ovulo viene fecondato. E, senza andare poi troppo lontano, perché quel sapore che una volta ci pareva abominevole a un certo punto, all’improvviso, ci piace? Anche volendo, non avremmo potuto né deciderlo né prevederlo.
Ci saranno sempre delle pieghe nascoste del nostro corpo che per la nostra mente restano insondabili, incognite dove la medicina è (e rimarrà, anche nella sua evoluzione) insufficiente, dove il corpo ha le sue ragioni a cui il cervello non arriva. Il cervello, che è esso stesso un organo. E non voglio con questo sostenere uno strapotere del corpo che svilisce l’umano pensare. Al contrario. Voglio sostenere che nella pienezza di ogni uomo c’è un mistero inconoscibile, una dinamica attiva ma inafferrabile. Una domanda abissale in noi stessi e su noi stessi alla cui risposta, grazie a Dio, non ci è dato accesso.
Ci è data la vita, che forse in fondo è proprio la domanda, e anche la risposta.



bellissimo scritto e bellissima riflessione ... il tutto impreziosito dalle foto al San Primo!
Ciao, che piacere "ritrovarti" qui... Gran bella lettura, e pensieri profondi, sensibili e non scontati...rarità! 🥰 Ci sarebbe voluta qualche foto in più