Oggi c'è il sole. Bill & The City - W. Magruder, sguardo 2
#possibiliscenari
Oggi c'è il sole.
Oggi c'è il sole. L'ho capito subito stamattina: quando mi sono svegliata, prima ancora di aprire gli occhi, ho percepito sul mio viso il calore dei raggi del sole che filtravano dalle fessure delle persiane. Sorridendo al cuscino, ho resistito a quella parte di me che non vedeva l'ora di cominciare la giornata e ho scelto di confondere ancora per qualche istante il tepore della notte con quello del mattino.
Che emozione quando, aprendo la finestra per respirare a pieni polmoni, ho scoperto che nella notte erano sbocciati i miei fiori! Mesi di attesa, di amorevoli premure...quante volte mi sono chiesta se mi stessi prendendo cura di loro nel modo giusto, se l'acqua fosse troppa o troppo poca...quante volte li ho immaginati rosa! No, gialli! Ero quasi certa che sarebbero stati viola! E invece loro hanno deciso di essere rossi. Una bellezza scanzonata e irriverente, come i miei vent'anni, come la mia primavera.
Oggi c'è qualcosa nell'aria. È come se il tempo fosse sospeso, come se dovesse succedere qualcosa. È un'atmosfera trepidante, quella di un ultimo giorno di scuola, della prima di uno spettacolo. Non capisco, ma sento dentro di me un impulso irrefrenabile, come se proprio oggi io potessi avere il coraggio di...ma chi, io? No, impossibile.
Meglio che mi sbrighi, che me ne vada al mercato. Se faccio tardi, altro che coraggio: lui non lo vedrò neanche passare. La strada lastricata pare aver atteso come ogni giorno il rumore dei miei tacchi, rassicurante, pronta a dare rifugio al mio sguardo vergognoso. Uguale a se stessa, eppure diversa, quest'oggi, non sembra più sopita, ma risvegliata dal riverbero del sole. Che strano - c'è qualcosa nell'aria - un fremito mi sfarfalla nello stomaco.
Eccomi ormai al mio scorcio preferito, dove amo indugiare a osservare la gente che si affretta verso casa. Immobile alle soglie del brulicare del mercato, la statua di terracotta di una donna africana, laggiù in lontananza, è il mio angelo custode che, come un'amica alleata, mi protegge mentre lo aspetto, nascosta nei miei sogni di ragazza, fintamente distratta. Le sorrido: sì, amica mia, anche oggi, come ogni domenica, lo guarderò passare.
C'è qualcosa nell'aria, pare ora un profumo infantile...un profumo di crêpe. Irresistibile, come si fa, è un'allegria. È una risata che dallo stomaco sfarfalla nella gola, è un'ebbrezza che scioglie le ginocchia in una corsa. E rido e corro e non vedo più nulla e corro e la statua e la strada e corro e tanto ora mi fermo e invece aaaaaaaaaaaaah....
CRASH! BOOM! AUCH! TUMB! ARGH!
–...scusa...ciao... – gli dico, rimanendo indietro di un respiro.
Lui si gira. Risponde. – Ciao! Ci siamo mai visti?
Sì, ci siamo visti tante volte, anche se tu non te lo ricordi. Ma non ci siamo mai guardati veramente.
Oggi sì. Oggi c'è il sole.



Bello anche questo, il primo forse per la novità, mi era parso più intenso; non ho dubbi che tu debba arrivare a 10, e poi pubblicarli; poiché facilmente mi identifichi, e sai già come io sia noioso ed un po' invadente ......... mi permetto un po' di editing: cambierei subito dopo " e invece" fino a tutto il pezzo in maiuscole, così come é mi sembra banalizzi il testo.
..... e per i prossimi
"dietro la porta chiusa....."
"scalini larghi, scomodi, da salire ma mi hanno portato...."
con le dovute scuse per gli eccessi nel commentare . C.